Il paese dei poveri

Un brano da “Il Paese dei Poveri” – Edizioni Rei, 2015

“Ha i piedi scalzi, l’uomo trasandato, e notiamo solo ora che è nudo.
I glutei pelosi lasciati tremare all’aria fredda dello stanzone, il pene a ciondolare tra le gambe strette, il petto cadente, molle, scuro.
L’uomo trasandato non capisce perché si trovi qui, ma capisce perché si trovi nudo davanti a una Vasca.
Non ha mai vissuto questa situazione, eppure sa già perfettamente come andrà a finire, come noi stessi intuiamo.
La guardia solleva leggermente lo sguardo, gli occhi gli cadono sui piedi scalzi dell’uomo, sulle gambe, e all’arrivare al pene dell’uomo pare vedergli in faccia un brivido, un tremore, quasi un conato.
L’uomo trasandato stringe i pugni, ha freddo, nelle orecchie ha ancora il ronzante rumore bianco che pervade ogni mattone di questa stanza.
La Vasca è poco distante, la guardia di fronte a lui, appoggiata allo spigolo, il cartello appeso, ‘Vasca di sanificazione’.
Tutto sa di sterile e di lontano, di isolato, di freddo.”

Pubblicità
Standard
Il paese dei poveri

Un brano da “Il Paese dei Poveri” – Edizioni Rei, 2015

“L’altro uomo, in piedi davanti a lui, guarda l’uomo che ha di fronte, guarda la piccola stanzetta alle spalle dell’uomo, guarda il cartello appeso allo spigolo opposto di quella che è l’entrata al piccolo antro, alla piccola rientranza, alla piccola stanza ancor più freddamente illuminata; il cartello dice ‘Vasca di sanificazione’, e lo lascia interdetto, colpito.
L’altro uomo, che guarda ora, nuovamente, l’uomo appoggiato allo spigolo, all’entrata della Vasca, ha capelli scomposti e ruvidi, pregni di sudore e tempo, sporchi, unti.
Ha una barba di un giorno o forse più, un viso poco curato, pelle annerita e denti scuri, un naso cadente, sopracciglia folte, lo sguardo perso che continua a fuggire, e fuggendo gli sfugge, ne perde il controllo.
L’altro uomo, che ora torna a guardare il cartello ‘Vasca di sanificazione’, non capisce perché si trova in una stanza colma solo del ronzare di questo rumore bianco, indistinto e secco, sottile, fastidioso.
Non capisce perché ci sia un cartello all’ingresso di quella che pare una doccia, non capisce perché la luce sia così diafana e fredda, sterile, sterilizzata.
E non capisce perché l’uomo che gli sta davanti, appoggiato allo spigolo dell’entrata della doccia, gli stia davanti davvero.
L’uomo in divisa, che ci pare, a questo punto, una guardia, bardato com’è e pronto a reagire come sembra, ha lo sguardo perso, basso, pare aspettare, pensare.
Il rumore bianco ronza ancora sui muri, sul mattonato coperto di grigio pallore, sulle sue unghie nere.”

Standard
Il paese dei poveri

Un brano da “Il Paese dei Poveri” – Edizioni Rei, 2014

“- Achille DiMea, lo colpisca.
Negli occhi abbiamo ancora lo stesso sole, lo stesso mattino, ma un uomo diverso: è Achille che abbiamo davanti, la bocca stretta e gli occhi spalancati, tetri, sbarrati; si guardano avanti, gli occhi, e guardano ciò che non possiamo vedere.
Da poco lontano è arrivata la voce, ed è voce che ben conosciamo: la voce di chi ha intimato al vecchio di alzarsi, pochi istanti fa; la voce che lo ha rigettato a terra,
con tutta probabilità.
E ancora è violenta, e ancora ordina, ostile, batte come lo sbatter della bacchetta al tamburo sui nostri timpani, e rompe, schiaccia, vibra.
E davanti agli occhi abbiamo soltanto il volto di Achille, altrove e presente, proiettato in avanti a guardare, vedere, cercar ci capire che fare.
Quest’uomo, la guardia, sta dicendogli di colpire qualcosa, speriamo, o forse qualcuno, e se spinge a colpire qualcuno temiam di sapere già a chi si riferisca, contro chi voglia il colpo, chi voglia colpire.
Noi vediam solo il volto di Achille, ricordiamo; e il cielo biancastro alle spalle della fronte rasata, delle orecchie tese, degli occhi sbarrati, vitrei, indecisi.
Achille non sa proprio che fare, e la voce che grida di nuovo, che grida ancora, ed è voce di guardia, e ne siamo certi: – Su, avanti, che aspetta? Lo colpisca. – urla, e noi ce la sentiam nelle orecchie, e a vedere Achille anche lui se la sente, anche lui ne viene ferito; anche se vediam solo la pelle ne siam certi, sicuri, convinti.”

https://i0.wp.com/www.extramagazine.eu/foto/blog/big/6616bastonate.jpg

Standard