Oggi è il turno di una bella poesia di Montale. La conoscete?
Oggi è il turno di una bella poesia di Montale. La conoscete?
Sedicimila anni di pensieri perversi
e un ossimoro continuo di esistenza,
come non si potesse fuggire
da ciò che più non si desidera
è avventato, e spaventoso,
il credersi felicemente compiuti,
perché ci si ritrova assurdamente vinti,
distratti da una battaglia già persa
con il giorno che deve ancora venire
giustifichiamo il nostro oggi col domani che viene
e sedicimila anni ancora giustificheremo sedicimila anni,
e non abbiamo come ricchezza
che la libertà più sfrenata
di essere vuoti
Quale motivo ha essere nati
e vivere i nostri giorni
se tutto è tanto libero e privo di motivazione
da fare paura?
©Ivano Mingotti
Volevo essere asceta
e solleticarmi della mia distanza dal mondo,
vivendo degli sguardi lontani, senza che alcuna fiera
potesse nemmeno lambirmi i calzari
Invece vivo da ladro,
scappando da ogni mio colpo,
correndo da ogni mio evento,
sempre un poco più avanti per non essere preso
Chiedo al cielo, ogni giorno
se qualcuno ci sia, ad ordire la trama,
se io sono scritto, come scrivo,
e se dunque, in questa continua beffa
c’è uno spiraglio, un buon finale
o soltanto, come temo, l’assurdo.
©Ivano Mingotti
Umidi di carta e di parole,
chini al tragitto
come santi in via d’estinzione,
soppesiamo i mezzi e i fini, e in ogni dove
celiamo i nostri intenti per trovarci un po’ d’amore
Che sia esso nascosto nei tombini,
tra le querce
o nei sudati meandri dei mari che si insenano,
o inscenato dietro un sipario
all’ombra delle recitazioni altrui,
vogliamo ardentemente
quell’attimo di vero sentire
Non aneliamo la purezza,
la chiarezza,
non la verità,
ma il sentirci, per una volta,
vitali per qualcuno
Questa è la vita.
©Ivano Mingotti