Oggi intervistiamo Francesco Damiani, autore di L’anima delle vettovaglie, edito da Nulla Die.
Allora Francesco, bando alle ciance: scegli un animale per farci capire chi sei. Uno eh, mi raccomando.
Un topoelefante.
Se dovessi scegliere una parola per spiegare perché scrivere, quale sarebbe? E perché?
Noia, buona parte di ciò che rimane oltre la scrittura è noioso.
Dicci qualcosa di bello che hai scoperto sul mondo della letteratura, e qualcosa di brutto.
Di bello l’autore, il romanzo o la poesia, che scoprirò domani.
Di brutto la disillusione con cui girano gli ingranaggi di alcune meccaniche inerenti a questo mondo.
Ora passiamo al tuo libro, L’anima delle vettovaglie. Titolo curiosissimo: parlamene un po’.
Sono storie di vite comuni che, come le vite comuni sanno essere, sembrano legate da un filo impazzito chiamato destino. Il titolo viene da Piazza delle Vettovaglie, un luogo pittoresco nella città di Pisa in cui questo famoso filo diventa matassa.
Sono pagine che parlano di vita…
Perché hai scelto di pubblicare con Nulla Die?
Ho seguito il corso di altri scrittori più esperti di me che mi hanno indirizzato ad una casa editrice almeno onesta… Che per quanto possa sembrare banale, non lo è affatto.
Cosa ne pensi dell’editoria, in generale?
Vedi: disillusione degli ingranaggi di alcune meccaniche ecc ecc.
Quanti libri compri, più o meno, all’anno?
Un centinaio, senza leggere non mi sentirei in diritto di scrivere niente.
Se dovessi paragonare il tuo libro a un piatto, quale sarebbe?
La pizza del sabato sera.
L’ultimo libro che hai letto?
Il giocatore, Fedor Dostoevskij.
Raccontaci in breve cosa secondo te ha spinto l’autore a scrivere quel libro.
Lo ha spinto a mio avviso la voglia di spogliare un demone comune dell’uomo. Facendogli da interprete in un romanzo tecnicamente perfetto.
In che modo ti ha arricchito quest’ultimo libro letto?
Bisognerebbe leggerlo per capire. Diciamo nelle riflessioni sul torbido che c’è in tutti noi.
Facci il nome di un autore emergente secondo te in rampa di lancio, pronto quindi per il grande salto, e di un autore emergente che, invece, secondo te, non merita il successo che sta avendo.
Una autrice emergente incredibilmente profonda è Marina Multari, di cui consiglio la lettura di “Jamie e il suo mostro”.
Che non lo merita lascio “ai posteri l’ardua sentenza”, diciamo che non apprezzo quelle famose meccaniche che portano un non autore a essere definito tale. Lo trovo di una noia mortale.
Ok, ora buttiamoci sul 50 e 50. Rispondi sinceramente, d’impulso: youtube o tv?
YT
Netflix o Sky?
Netflix
Cioccolato o salame?
Cioccolato (sono vegetariano)
Autunno o primavera?
Autunno
Sirmione o Ventimiglia?
Ventimiglia (paese natio di una mia professoressa di lettere di cui ho un ricodo bellissimo)
Bollicine o naturale?
Bollicine
Pop o Indie?
…
Destra o sinistra?
…
Dove possiamo trovare il tuo libro? Dacci qualche link
Su IBS,AMAZON e in tutte le librerie e bla bla bla.
http://www.ibs.it/anima-delle-vettovaglie-libro-francesco-damiani/e/9788869150951
Consigliaci il libro di un altro autore emergente.
Ne ho letti un paio di recente, “Nimal Kindom” (leccata a parte) di un abbastanza emerso Ivano Mingotti e appunto “Jamie e il suo mostro” di Marina Multari.
Che altro dirvi? Andate a cercarvi L’anima delle vettovaglie, Francesco Damiani, ed. Nulla Die!
E… buona lettura!
Ivano