Oggi intervistiamo Diego Tonini, autore di Storie di Okkervill, edito da Gainsworth.
Allora Diego, bando alle ciance: dicci subito, in tre parole, chi sei. Tre eh, mi raccomando.
Lettore, scienziato, scrittore.
La prima cosa è facile, le altre due un po’ meno; diciamo che provo a esserlo, con risultati altalenanti.
Se dovessi scegliere una parola per spiegare perché scrivi, quale sarebbe? E perché?
Divertimento. Scrivo perché mi piace farlo, mi diverto a inventare storie e a metterle su carta (o su file). Ovviamente il desiderio è anche che le mie storie vengano lette, altrimenti le terrei chiuse in un armadio, ma il motivo principale che mi spinge a scrivere è che provo soddisfazione nel trasformare un’idea, un’immagine che ho in testa, in un percorso concluso, con il suo incipit, lo svolgimento e la conclusione; mi dà un senso di completezza, come quando un artigiano realizza un oggetto al meglio delle sue possibilità. Scrivere è un passatempo, un bel passatempo, e anche un modo per staccare dalla reltà quotidiana, che spesso non è soddisfacente come si vorrebbe.
Difficile, facile, migliore o peggiore di quanto ti aspettassi: com’è il mondo della letteratura? Lo consiglieresti a qualcuno?
Ci sono vari aspetti: dal punto di vista della scrittura vera e propria trovo che il mondo della letteratura sia esattamente come me lo aspettavo, mi piace scrivere e mi viene anche abbastanza facile farlo. Poi però, quando si decide di “fare il salto” e scrivere anche con l’ottica di pubblicare il proprio lavoro, ci si trova ad avere a che fare con tutta un’altra serie di problematiche e sfide che magari non si avevano ben chiare in testa; mi riferisco a tutto il lavoro a valle: la correzione e l’editing (io odio rileggere!), la ricerca di un editore, la promozione… tutte cose che non conoscevo e che sto imparando sul campo. Quello che ho visto è che scrivere un romanzo è tutto sommato semplice, il difficile viene dopo: sei un signor nessuno e se vuoi che qualcuno ti conosca e ti dia fiducia leggendo il tuo libro devi sbatterti tantissimo e i risultati non sempre arrivano.
Quello che sto cercando di fare ora è, pur mantendolo come un hobby, approcciarmi al lavoro dello scrittore in maniera professionale, anche in tutte le attività connesse. Secondo me è anche una forma di rispetto verso i lettori: loro stano investendo del tempo nella tua opera e tu per contro devi cercare di fornire loro un prodotto il più possibile perfetto, non solo dal punto di vista della storia in sé, ma anche nella forma e nella “confezione”.
Sul fatto di raccomandarlo a qualcuno… beh, come in tutte le attività si deve avere passione, umiltà, voglia di imparare e di impegnarsi.
Raccontaci un evento legato ai tuoi libri che ti ha fatto stare particolarmente bene, e uno che ti ha fatto stare particolarmente male.
Quello che mi fa stare bene è andare alle fiere e parlare con le persone, vedere che c’è qualcuno che si interessa a quello che hai scritto, che compra il tuo libro e che poi magari ti fa pure i complimenti. La scrittura è un’attività abbastanza solitaria e spesso viene da chiedermi se quello che sto scrivendo è davvero interessante, se può piacere a qualcun altro oltre che a me, se la storia sulla pagina è chiara e appassionante come quella che ho in testa. Per questo trovo molto gratificante scambiare opinioni e sentire i pareri dei lettori. In questo senso la cosa che mi ha fatto più piacere è stato partecipare a Stranimondi, una convention sul fantastico che si tiene a Milano, e vedere che, seppur io sia uno sconosciuto, comunque i miei libri hanno suscitato un po’ di interesse.
Eventi che mi hanno fatto stare particolarmente male per fortuna non ce ne sono stati, a volte provo frustrazione nel vedere quanto impegno ci vuole per farsi conoscere e quanto difficile sia ottenere dei risultati, ma fa parte del gioco, là fuori è pieno di scrittori in erba e trovare il proprio spazio è difficile.
Ora passiamo al tuo libro, Storie di Okkervill. Perché il fantasy, oggi?
E perché no? A parte le battute, credo che la letteratura fantastica abbia piena dignità anche paragonata a quella che (in Italia) viene considerata la “vera” letteratura. Il fantasy, e il fantastico in generale, hanno grosso successo su altri mezzi artistici (vedi film e serie), quindi non vedo perché non debbano averlo anche nel panorama letterario italiano. Purtroppo alcune logiche commerciali del passato hanno portato il mercato dei romanzi fantasy a essere otturato da libri di qualità non eccelsa e scopiazzature dei grandi classici, ma in Italia c’è comunque tutto un mondo più o meno sommerso di appassionati lettori e scrittori; tutto sta nel cercarlo, e in questo il lettore deve fare un piccolo sforzo e guardare alle piccole case editrici di qualità, che cercano di promuovere il genere.
Ora chiudi gli occhi e pensa al tuo libro: qual è la prima immagine che ti viene in mente?
Forse è una risposta banale, ma la prima immagine che mi viene in mente è la copertina: l’ha disegnata Mattia Dossi, un mio amico fumettista che ha letto il libro prima dell’uscita ed è riuscito a coglierne l’essenza e a trasformarla in un’illustrazione in cui sono racchiusi tutti i personaggi principali proprio come me li sono immaginati mentre scrivevo la storia. L’ho proposta io all’editrice che ne è stata entusiasta fin da subito e ne vado molto fiero, credo sia la perfetta presentazione per il romanzo.
Se dovessi paragonare il tuo libro a un piatto, quale sarebbe?
Potrebbe essere un gigantesco spiedo di carne, nella migliore tradizione delle taverne fantasy. Non ditelo a Lenilas l’elfo però, lui è vegetariano e la carne gli provoca terribili effetti intestinali!
Prova a convincerci a comprare il tuo libro in 10 parole.
È l’ultimo libro di Terry Pratchett scritto da un altro.
(c’è una storia dietro a questa frase, non è solo un peccato di presunzione: all’Ultimo Salone del Libro di Torino, così, per ridere, ho scritto una finta fascetta con questa frase e una persona ha comprato il libro proprio per quello)
Dove possiamo trovare il libro? Dacci qualche link
Il libro è disponibile in ebook e cartaceo su Amazon e su tutti i pricipali store on line e sul sito della casa editrice: http://www.gainsworthpublishing.com/libro_storieokkervill.html
Consigliaci il libro di un altro autore emergente.
Solo uno? Troppo difficile! Va bene, allora consiglio “Michael Farner” di Lorenzo Sartori, edito da Nativi Digitali Edizioni, un noir surreale molto divertente.
Che aspettate? Storie di Okkervill vi aspetta: Diego Tonini, Gainsworth Publishing.
Buona lettura!
Ivano