Continuiamo con la nostra rubrica, dando voce direttamente a un lettore o a una lettrice che ha avuto la fortuna, o la sfortuna ( eheh ) di leggermi. E’ il turno di Sandra Rebecchi, lettrice e autrice romana.
I: Ciao Sandra! Raccontaci, come sei venuta a contatto con Celeste 1872?
1. Ho saputo della pubblicazione del libro dall’autore ed ho visto molti post su facebook e alcune videorecensioni: la mia curiosità è man mano cresciuta.
I: Conoscevi Ivano Mingotti già prima di leggere Celeste?
2. Sì! Sono stata ospite di Libero Libro Macherio per presentare il mio libro “Con mezzi propri”. Ovviamente una nuova uscita di un autore che conosci ti incuriosisce molto, specialmente dopo averne letto altre sue opere.
I: Allora, dicci: come hai trovato il libro? Ti è piaciuto?
3. Il libro mi ha meravigliato, nonostante ne conoscessi già la struttura e la storia che ne è alla base. Trovo coraggioso da parte dell’autore portare avanti un progetto di scrittura così originale.
Concepire un testo che è un monologo è già una bella prova. In più Ivano Mingotti si cimenta in un monologo femminile, una parte del quale consiste in parole affettuose che la protagonista, Sarah Briggs, rivolge alla sua bambina in fasce, mentre la bimba le sorride e sgambetta.
Mi ha meravigliato la naturalezza di questa operazione letteraria da parte di un uomo. Sarah, come molti hanno detto, è testardamente religiosa ed è una donna dell’800; eppure i suoi discorsi risultano naturali e spontanei. Sicuramente si ripete, ma il tutto risulta motivato dal fatto che, specialmente dopo i primi episodi misteriosi accaduti sulla nave, lentamente il monologo si trasforma in delirio.
I: È stata una lettura facile o difficile?
4. Assolutamente facile, direi.
I: Ti sei sentita coinvolta dalla narrazione, o non vedevi l’ora di finirlo?
5. Non c’è stata identificazione, il che mi sembra logico vista la particolarità della protagonista.
I: Quale personaggio ti sembra realizzato meglio, e a quale ti sei più affezionata?
6. Di riflesso, le parole di Sarah, descrivono, vivida, la figura della bambina, un elemento totalmente inconsapevole ed estraneo all’ambiente, che però interagisce fortemente con la figura della madre: lei tenta persino di staccarsi dalla figlia odiandola. Poi torna madre e le sta accanto fino alla fine.
I: Secondo te cosa sta a significare il finale di Celeste 1872?
7. Che nessuno può scampare al suo destino e che anche l’imponderabile si può affrontare con un “fucile” metaforico in mano.
I: Celeste 1872 ti ha fatto riflettere? Se sì, a cosa ti ha fatto pensare?
8. Agli occhi diversi con i quali una donna può guardare il suo uomo a seconda delle situazioni.
I: Conoscevi la storia della Mary Celeste prima di leggere il libro?
9. No.
I: Che ne dici, leggerai altro di Ivano Mingotti?
10. In realtà ho letto quasi tutto. Aspetterò la prossima uscita.
I: Cosa ne pensi di Ivano come persona e del suo modo di scrivere?
11. Penso che sia un giovane di talento che farà strada e quindi avrà la possibilità di crescere, in tutti i sensi. E’ scatenato, instancabile, fantasioso, pronto a rialzarsi quando cade. Lavora con generosità e competenza.
Però qualche difetto ce lo devo pur mettere: bestemmia un po’ troppo frequentemente e forse è un po’ troppo sincero.
Nel 1872, Sarah Briggs si trova a bordo della Mary Celeste, nave di proprietà del marito, salpata dagli Stati Uniti e diretta verso il porto di Genova. Accompagnata dal consorte e dalla figlioletta, Sarah, donna pia e devota, racconta in prima persona i lunghi giorni di navigazione in mezzo all’oceano, costretta a sopportare la convivenza con marinai sporchi e volgari. La tranquillità del viaggio viene presto interrotta dal manifestarsi di eventi inspiegabili: cosa rappresenta la luce accecante che puntualmente avvolge la nave? E perché, ad ogni apparizione, un nuovo membro dell’equipaggio scompare letteralmente nel nulla?
Celeste 1872 è un lungo viaggio verso Genova, ma anche il lungo viaggio dentro al cuore di una donna. Un romanzo introspettivo attraverso cui l’autore esplora l’anima femminile con delicatezza, alternando tempeste a momenti di bonaccia, raccontando così la vicenda della Mary Celeste, che può essere considerata a tutti gli effetti la prima nave fantasma della storia.
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