Per chi se la fosse persa, eccovi l’intervista andata in onda su radio BlaBla stasera.
Buon ascolto!
Per chi se la fosse persa, eccovi l’intervista andata in onda su radio BlaBla stasera.
Buon ascolto!
Ieri intervista con gli amici di Radio Lombardia 🙂 Se siete interessati, cliccate sul video e vi beccate cinque minuti di Piccole Cose Paurose.
Oggi intervistiamo Francesco Damiani, autore di L’anima delle vettovaglie, edito da Nulla Die.
Allora Francesco, bando alle ciance: scegli un animale per farci capire chi sei. Uno eh, mi raccomando.
Un topoelefante.
Se dovessi scegliere una parola per spiegare perché scrivere, quale sarebbe? E perché?
Noia, buona parte di ciò che rimane oltre la scrittura è noioso.
Dicci qualcosa di bello che hai scoperto sul mondo della letteratura, e qualcosa di brutto.
Di bello l’autore, il romanzo o la poesia, che scoprirò domani.
Di brutto la disillusione con cui girano gli ingranaggi di alcune meccaniche inerenti a questo mondo.
Ora passiamo al tuo libro, L’anima delle vettovaglie. Titolo curiosissimo: parlamene un po’.
Sono storie di vite comuni che, come le vite comuni sanno essere, sembrano legate da un filo impazzito chiamato destino. Il titolo viene da Piazza delle Vettovaglie, un luogo pittoresco nella città di Pisa in cui questo famoso filo diventa matassa.
Sono pagine che parlano di vita…
Perché hai scelto di pubblicare con Nulla Die?
Ho seguito il corso di altri scrittori più esperti di me che mi hanno indirizzato ad una casa editrice almeno onesta… Che per quanto possa sembrare banale, non lo è affatto.
Cosa ne pensi dell’editoria, in generale?
Vedi: disillusione degli ingranaggi di alcune meccaniche ecc ecc.
Quanti libri compri, più o meno, all’anno?
Un centinaio, senza leggere non mi sentirei in diritto di scrivere niente.
Se dovessi paragonare il tuo libro a un piatto, quale sarebbe?
La pizza del sabato sera.
L’ultimo libro che hai letto?
Il giocatore, Fedor Dostoevskij.
Raccontaci in breve cosa secondo te ha spinto l’autore a scrivere quel libro.
Lo ha spinto a mio avviso la voglia di spogliare un demone comune dell’uomo. Facendogli da interprete in un romanzo tecnicamente perfetto.
In che modo ti ha arricchito quest’ultimo libro letto?
Bisognerebbe leggerlo per capire. Diciamo nelle riflessioni sul torbido che c’è in tutti noi.
Facci il nome di un autore emergente secondo te in rampa di lancio, pronto quindi per il grande salto, e di un autore emergente che, invece, secondo te, non merita il successo che sta avendo.
Una autrice emergente incredibilmente profonda è Marina Multari, di cui consiglio la lettura di “Jamie e il suo mostro”.
Che non lo merita lascio “ai posteri l’ardua sentenza”, diciamo che non apprezzo quelle famose meccaniche che portano un non autore a essere definito tale. Lo trovo di una noia mortale.
Ok, ora buttiamoci sul 50 e 50. Rispondi sinceramente, d’impulso: youtube o tv?
YT
Netflix o Sky?
Netflix
Cioccolato o salame?
Cioccolato (sono vegetariano)
Autunno o primavera?
Autunno
Sirmione o Ventimiglia?
Ventimiglia (paese natio di una mia professoressa di lettere di cui ho un ricodo bellissimo)
Bollicine o naturale?
Bollicine
Pop o Indie?
…
Destra o sinistra?
…
Dove possiamo trovare il tuo libro? Dacci qualche link
Su IBS,AMAZON e in tutte le librerie e bla bla bla.
http://www.ibs.it/anima-delle-vettovaglie-libro-francesco-damiani/e/9788869150951
Consigliaci il libro di un altro autore emergente.
Ne ho letti un paio di recente, “Nimal Kindom” (leccata a parte) di un abbastanza emerso Ivano Mingotti e appunto “Jamie e il suo mostro” di Marina Multari.
Che altro dirvi? Andate a cercarvi L’anima delle vettovaglie, Francesco Damiani, ed. Nulla Die!
E… buona lettura!
Ivano
Oggi intervistiamo Gianluca Pomo, autore di Viaggio Dunque Sono, edito da Leucotea Edizioni.
Allora Gianluca, bando alle ciance: dicci subito, in tre parole, chi sei. Tre eh, mi raccomando.
Un cervello incontentabile.
Se dovessi scegliere una parola per spiegare perché scrivi, quale sarebbe? E perché?
Complementarietà. Credo che la scrittura vada a completare in parte la mia figura, le mie attitudini. Mi permette di esplorare un mondo totalmente parallelo a quello relativo alle mie attività professionali quotidiane. A modo suo mi completa, mi riempie.
Difficile, facile, migliore o peggiore di quanto ti aspettassi: com’è il mondo della letteratura? Lo consiglieresti a qualcuno?
Sono stato fortunato in quanto ho trovato in un arco di tempo ragionevole una casa editrice seria che ha deciso di investire sulle mie parole, pertanto non solo lo consiglio ma consiglio altresì di non lasciarsi scoraggiare dalle lunghe attese. Emergere so invece sarà senza dubbio impresa difficile ma dipende anche molto dalle proprie aspettative. Ad ogni modo credo che se si ha del talento, nonostante l’usuale scetticismo, questo è ancora un paese che ha la possibilità di premiarlo.
Raccontaci un evento legato ai tuoi libri che ti ha fatto stare particolarmente bene, e uno che ti ha fatto stare particolarmente male.
Male direi nulla. Ho sempre scritto per me. Quindi al massimo non avrei avuto modo di vivere questo mondo, e sarebbe stato davvero un peccato, ma non sarei stato male. Per ora non mi posso lamentare.
Bene mi fa stare invece la sensazione di pienezza che talvolta mi travolge quando mi rileggo, mi rileggo e mi rileggo ancora… E non perché io elogi le parole scritte, ma proprio per il fatto che io stia leggendo qualcosa di mio.
Inoltre non posso negare che un profilo autorevole che legge un tuo estratto e ti spinge a continuare in quanto convinto “verrà fuori un buono scritto” non può far altro che stimolare ulteriormente.
Ora passiamo al tuo libro. Perché il viaggio? Ha un significato metaforico?
Anche. Il libro racconta di viaggi reali, seppur vissuti non sempre in maniera consuetudinaria. Ma anche di uno altrettanto importante, semplicemente umano, naturale. È una storia che rappresenta fortemente la normalità. Si può immedesimare il giovane ventenne che vivrà formative esperienze ed emozioni, così come l’uomo e la donna di un’età più avanzata in quanto hanno modo di pensare a quanto vissuto, con gioia e, perché no, con un po’ di sana nostalgia. E ovviamente si ritrovano giovani uomini e donne, categoria ben rappresentata dai personaggi del libro. Infine, come sfondo, c’è la ricerca di una condivisione della propria serenità, una ricerca della felicità a cui credo tutti aspirino.
Ora chiudi gli occhi e pensa al tuo libro: qual è la prima immagine che ti viene in mente?
La partita a scacchi giocata da un ciclista di passaggio con un senzatetto sulla sesta strada a San Francisco. Rappresenta fortemente la mia idea di viaggio. E anche di sorriso.
Se dovessi paragonare il tuo libro a un piatto, quale sarebbe?
Un ricco pinzimonio. Genuino, sano e colorato.
Prova a convincerci a comprare il tuo libro in 10 parole.
Si viaggia qua e là per il mondo lasciandosi sorprendere dalla quotidianità, con le gambe e con il cuore.
Dove possiamo trovare il libro? Dacci qualche link utile!
In tutte le migliori librerie italiane su prenotazione. Online su tutte le principali piattaforme (i.e Amazon), cercando Viaggio dunque sono di Gianluca Pomo.
Per tutti gli aggiornamenti seguite la pagina fb: Viaggio dunque sono di Gianluca Pomo
Consigliaci il libro di un altro autore emergente.
Consiglio “Quello che ti porti dentro” di Eliana Bellezza; una storia di vita vissuta. Una sorta di analisi introspettiva dell’essenza di ognuno di noi. Profondo ma di semplice lettura.
Ancora qualche giorno e potrete buttarvi sul libro d’esordio di Gianluca Pomo, Viaggio Dunque Sono, Leucotea Edizioni.
Per ora… buona lettura e… alla prossima
Ivano