Sta chiudendo l’ennesima libreria, tra l’altro di amici. Scoprirlo è stato un ulteriore shock, dopo i resoconti giuntimi dagli autori della collana che gestisco e che, tramite firmacopie, si presentano nei vari bookshop per cercare di far conoscere il proprio libro. Poche copie vendute e scarsa affluenza, a volte dimezzata o più rispetto all’anno precedente, anche in grandi o storiche librerie. La situazione, insomma, sta diventando drammatica.
In questi anni pensavo di vedere una crescita nel comparto ebook, che la lettura si spostasse pian piano sul digitale, in questo mondo così veloce e smart; invece niente, anche lì siamo fermi al palo. Strano, perché le statistiche danno le vendite complessive nel reparto editoria come in crescita, eppure le librerie chiudono, una dopo l’altra, e sono sempre più spopolate. E, come detto, le vendite digitali NON crescono.
Da dove vengono queste vendite, allora? Dalla miriade di mini-micro editori che pubblicano richiedendo l’acquisto di poche copie all’autore? Dal selfpublishing, di successo e non? Sinceramente non riesco a capire.
Recentemente mi sono trovato a provare Google AdWords, nella sua versione Youtube. In poche parole, si paga per anteporre ai video del sito uno spot, di lunghezza da decidere, sotto il quale compaia un bottone che, se cliccato, rimanda a un link specifico o a uno store online. La mia esperienza? Circa 80 euro per due campagne (cioè due video pubblicitari E due cose pubblicizzate ben diverse) con risultati praticamente nulli.
La prima campagna, focalizzata sulla promozione del mio ultimo libro, Piccole Cose Paurose, ha visto circa 6000 visualizzazioni (è stata quindi vista da 6000 utenti) ottenendo circa una 50ina di clic (cioè 50 clic di utenti sul bottone che rimandava al link correlato; non verificabili) al sito di vendita IBS. Vendite accertate dopo 50 clic e 6000 visualizzazioni: 2. Esatto, due copie. Parliamo di circa 30 euro spesi per due copie vendute, una follia.
La seconda era incentrata sulla promozione dei miei servizi editoriali, collegata direttamente al mio sito personale; in questo modo, sono riuscito a constatare SE i clic “indicati” come ottenuti dalla campagna fossero reali. Risultato finale (in due tranche, una di un mese a un euro al giorno, e una di un giorno a venti euro per sole 24 ore): zero richieste, più di 7000 visualizzazioni, altri 40 e passa clic supposti. I clic reali, visibili tramite Analytics di WordPress – cioè il numero di utenti entrati nella pagina linkata (e quindi cliccata) appartenente al mio sito – sono meno di 30, molto meno. A parte chiedersi per quale motivo Google AdWords dica più di 40 e Analytics di WordPress gli risponda “meno di 30”, è facile constatare che spendere più di 40 euro per meno di 30 clic al sito (cosa che GIORNALMENTE supero abbondantemente, e gratis) e nessuna richiesta ottenuta è, quantomeno, controproducente.
Farò un ultimo tentativo a breve con una campagna di promozione ebook, in cui oltre ai clic reali potrò constatare, tramite YouCanPrint, le vendite effettive, con un bugdet per pubblicità di 20 euro per 24 ore: potrò così capire se, abbassando il costo del prodotto finale, il risultato cambi o, quantomeno, la campagna diventi una possibilità meno accantonabile. Al momento, lo è pienamente.
Considerazione finale: sconsiglio vivamente di entrare nel mondo dell’editoria in questo momento storico. Senza librerie indipendenti, che vedo in fortissima crisi, restano in piedi solo gli store online e le librerie di catena, cosa che certo non aiuta autori sconosciuti e senza una vera e propria rete di distribuzione. Probabilmente si andrà sempre più verso la pubblicazione di libri di personaggi già conosciuti e verso un’ulteriore crescita del comparto erotico-romance per quanto riguarda i piccoli o piccolissimi autori (settore che non conosce crisi, ANZI).
Io mi sto dedicando al teatro (giusto ieri primo mini-spettacolo della mia vita da attore) e alla produzione di piccole sceneggiature (già ora, in collaborazione con l’insegnante del corso che frequento, e in futuro in modo più approfondito). Credo che il settore audio-visivo difficilmente subirà una crisi a breve, e dunque vedo prospettive più rosee per coloro che, abili con la penna, si vogliano cimentare nella scrittura di testi per la televisione, il teatro, e soprattutto il cinema e le serie tv.
Per il resto, buona lettura.
Se l’articolo vi è piaciuto, date un occhio al mio ultimo libro, Piccole Cose Paurose, pubblicato da Augh! nel 2018. Qui sotto potete trovare i link per saperne di più e per acquistarne una copia.
Link per l’acquisto:
Ibs – laFeltrinelli – Amazon – Augh Edizioni
Se invece siete autori e siete in cerca di una buona consulenza editoriale, o di un buon editing, o di una correzione bozze, o di una traduzione – ma senza svenarsi – contattatemi su ivanomingottiautore@libero.it
Che articolo triste e interessante! Grazie per aver condivido le tue esperienze, mi hanno fatto riflettere.
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🙂 figurati
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