“Di quel momento io non ebbi mai certezza, e nemmeno ora ne affondo le fondamenta nelle immense possibilità che la vita mi ha fatto vedere, mi ha mostrato, mi ha fatto capire.
Di quel momento io non ebbi conoscenza, non ebbi visio-ne, fu un momento solo regalatomi, raccontatomi, come tanti momenti d’altri raccontati da altrui bocca e altrui vita, come tanti altri momenti rubati, storpiati, piegati dall’altro, piegati dal non esserci stati.
Di quel momento io non ho certo ricordo, ricordo sola-mente il racconto sbiadito del vecchio, e nemmeno del vec-chio la voce, e nemmeno il volto, soltanto schiumare di barba e volteggiar di pelo.
E arruffarsi di voce.
Ricordo leggermente il battito stranito del mio cuore, ri-cordo la pesantezza di quella taverna, il buio sopra le mie pic-cole spalle, l’aria schiumosa e densa, scivolosa sulle mie mani.
Ricordo la mia fragilità, e il ritrovarmi più presente per il solo aver sentito Simon nel racconto del vecchio, soltanto un sentirmi più viva.”