Il paese dei poveri

Un brano da “IL PAESE DEI POVERI” – Edizioni Rei, 2014

“L’uomo trasandato ha il cuore che batte debolmente, dentro il petto molle, come volesse andarsene a dormire, in disparte, e lasciarlo solo in questa scena, in questa situazione.
La guardia solleva lentamente lo sguardo, si aggiusta con le mani la cintura, si solleva i pantaloni, fa un cenno con la testa.
– Prego, è ora di entrare nella Vasca.
L’uomo trasandato non ha mai vissuto questa situazione, ma sa già come andrà a finire.
Sa, come sappiamo noi, che i suoi passi traballanti, il suo pene dondolante e il sedere flaccido finiranno nella Vasca, nella doccia, alle spalle della guardia.
Sa che dal soffitto della doccia partirà un getto bollente, sa che i passi che farà sul pavimento saranno freddi, saranno tremendi, saranno terribili.
La guardia fissa un punto sul mento dell’uomo trasandato, non lo guarda affatto negli occhi; l’uomo trasandato guarda la doccia, sa che deve muoversi, lo sente, o vi saranno reazioni pericolose.”

https://i0.wp.com/www.sulromanzo.it/sites/default/files/images/gerardo-perrotta/libri_2013.jpg

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