Il paese dei poveri

Un brano da “Il Paese dei Poveri” – Edizioni REI, 2014

“Calore, è questo a far vibrar così forte questo corpo, l’assenza del caldo, l’assenza di tepore, la presenza, in quest’ombra, di un freddo diverso, una temperatura a cui la divisa, questa divisa, non è pronta, non è abituata.
La luce, che vediamo, invece, splendere sui talloni e sulla prima parte delle cosce, e ora sui dorsi delle mani, sulle dita strette nei pantaloni, è luce di lampadina, luce artificiale, artificiosa e fredda.
Sul pavimento vediamo altre piccole ombre scostarsi, muoversi, lo slancio di un frammento di piede altrui che attraversa il nostro campo visivo, poi la punta della gamba di una sedia, il rumore dello spostarsi, un trascinarsi metallico, ancora un lembo di piede altrui, ancora soltanto ombra sotto il tavolo.
Queste cosce, questi pantaloni, queste mani anche, ora, tremano tanto forte da parer convulsioni, sintomi di una malattia inarrestabile, apocalittica, furiosa.  “

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