Lingue di fuoco
e satiri alle foci dell’oriente,
quando guardando l’alba pensi
meraviglia
Avevi un cuore tremulo,
che si piegava ad ogni vibrare di vento
Io avevo solo una pala,
un legno
e tanta pece,
e preferii farmi una strada che una casa
Vivemmo come i salici vivono,
tendendo sempre i rami a terra
e mai al cielo,
respirando l’aria bassa
per il timore di bruciarsi troppo
Cogliendo ogni giorno i frutti amari
delle contraddizioni,
saltando a piè pari i dolori dell’altrui
per non doverci fare troppo male
Avevi mani fresche,
e sazie di sospiri
e mi tenevi in mano
come fossi sacro.
©Ivano Mingotti
incantevole
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grazie :)))
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