Cancelli divelti,
lacrime di un ossimoro dileggiato,
lettori che volevano essere dittatori della parola
e si sono trovati in braghe di tela
davanti al non comprender la meraviglia
Occorrerebbe stupirsi, ogni tanto,
e annoiarsi profondamente,
prima di dover necessariamente ritrovarsi
come macchine parcheggiate
in una lunga fila verso il precipizio
Calcoliamo i giorni come fossero ingredienti,
e le notti come fossero stagioni festive,
e non ci rendiamo conto
che tutto questo gioco
presuppone noi come protagonisti,
noi che ci mascheriamo
noi che ce ne tiriamo fuori
per lanciarne solo i dadi.
©Ivano Mingotti