Crisi di luna piena,
il vortice ottuso dei calici spezzati
nel sorriso di una donna che mi guarda,
ammicca,
ride di me e insieme s’innamora,
nel suo abito lungo e scintillante di nero
con le gambe lunghe a mostrarmisi, accavallate
Pieno di me come pieno di tutti gli altri,
tanto pieno da sentirmi ubriaco
del mondo intero
Ridere di cretinate, come bambini accovacciati al terreno,
e credere che i lampadari, che ora volano come spettri di un futuro
che mai sarà così roseo come questo momento fragile,
possano parlarci e dirci
che domani sera
troveremo tutti ancora agli stessi tavoli di questo bar
chiamato effimera felicità
chiamato passeggero.
©Ivano Mingotti
Bell’atmosfera, lirica e onirica!
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grazie 😀
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