Ringrazio Bostonian Library per questa bella recensione, che vi riporto qui sotto:
Considerazioni.
Il romanzo in questione si pone nel filone distopico che tanto mi piace leggere, ma senza rinunciare a grandi tematiche di spessore come la povertà e la relativa segregazione e discriminazione di coloro che si trovano a vivere miseramente senza nulla possedere.Il protagonista di questa storia, Achille, è infatti un uomo che non possiede molto, è un povero, un soggetto che in una società che punta sull’implementazione delle risorse, sull’incremento della produttività per il raggiungimento di una ricchezza sempre maggiore, non conta nulla e su cui nulla si può puntare.
E’ una vita da emarginato quella che spetta ad Achille, il quale non lavorando non si può concedere quanto spetta normalmente a coloro che sono invece produttivi e necessari nelle maglie della società.La storia, seppur non molto lunga, si presenta interessante e grazie anche allo stile particolare di Mingotti riesce a incentrare tutta la narrazione in modo da catturare l’interesse del lettore introducendolo direttamente nella visuale e nei panni di Achille, cercando di portarlo il più possibile nel suo vissuto e con lui a conoscere la situazione estremamente agosciosa del suo vivere, che appare sin da subito veramente molto difficile.
L’intento dell’autore è palesemente rivolto non tanto ad indagare la situazione dei poveri, quanto piuttosto portare nei panni dei soggetti esterni, quelli che osserivano i più poveri, coloro che non hanno idea di quello che la condizione, di ciò che comporta la situazione di povertà.
E’ un romanzo complessivamente interessante e atto a sensibilizzare sul tema preso in considerazione, ma devo confessare di aver trovato il romanzo decisamente molto lento. Mi è davvero dispiaciuto perchè la storia è interessante e Mingotti riesce ad emergere sempre per uno stile che cattura, con argomentazioni importanti, passaggi e riflessioni che sfiorano il poetico, ma la lentezza ha davvero avuto grande parte di questa lettura, facendomela apprezzare molto meno di quanto avrei potuto.