Momento Poesia

ODE di IVANO MINGOTTI

Torrentizie
come larve di un’inestimabile caduta
cadono
gialle d’invidia e di attesa

Rondini di una primavera che non arriverà mai
perché mai se n’è andata
vibrano le loro ali tra le nuvole,
agghindate e chiuse come pargoli
ancora da nascere
nel grembo infruttuoso di un cielo
come di ogni possibile e sacrosanto
azzurro.

Trema
come lo spazio che c’è tra lingua e dente
l’orgoglio del venire qui
alla finestra
allo scrutare fuori
l’abbagliarci di qualcuno che arriva
apre la porta
e si chiude nel suo silenzio
inesprimibile
ed impossibilmente vicino.

Come il gracchiare di una gragnuola di auto
che si rincorrono senza sapersi rincorrere
nell’unica direzione possibile, l’andare,
sputando, sui loro passi
ciò che volevano essere pensate,
scambiato ormai troppo tempo indietro,
per ciò che si ritrova, ogni giorno
impercettibilmente immutato.

Tuona
il chiamarci della notte
che rumorosamente grida da un frigorifero
che non vuole saperne di andarsene a letto

Giace sul suo letto di plastica l’acqua
e nessun vento la tocca,
e lei, nel vespero più triste e distante
balla
per se stessa
curiosa di non farsi vedere.

Cantando nella mia testa un’ode di terribile amore,
un poema alle stelle esplose, ai balli mai onorati,
io vado, mesto e felice
a occupare il mio posto da morto
sotto la bara bollente
del mio stesso sonno.

©Ivano Mingotti

https://i0.wp.com/www.polpettamag.com/wp-content/uploads/2015/02/tin-man-ode.jpg

Standard

2 risposte a "ODE di IVANO MINGOTTI"

Scrivi una risposta a nembr Cancella risposta