Saturo di promesse biascicate
di rimandare d’albe e di tramonti
di divenire ed assentire, e ascendere
e sollazzarmi con le unghie dei campi, tra le spighe,
nello schiacciare i passi sui terreni della Bareggia
che fu la tomba
del mio divenire
Salvezza non è felicità, è morte,
e correttezza è il vanto degli idioti
e se potrò scegliere una virtù, una condanna personale
la vita, vorrei, l’essere vivo
e più null’altro
Sceglier come mi pare dove abbassare il capo
dove allungar la lancia
dove ferire
chi uccidere con le mie parole
a chi rendere grazie infinite volte
e a chi marcire
Giorno per giorno
illuso dal mio esserci, dall’assenza del crescere
da questo farci piccoli ogni giorno
perdere il tempo come i baci delle dame
tuffarci a letto per non dover più sentire
il mondo gridare, fuori,
tutto il suo silenzio.
©Ivano Mingotti
Mi tuffo nelle tue parole e ne assaporo il sale sei bravo ciao
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:))) ti ringrazio :))
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