Racconti
di una terra cremisi
che si spegne sotto i nostri passi
Che non ha mai fine
come la spuma del mare in una giornata di novembre
o i salici che piangono
il lutto di un autunno andato
Fiorisce
il magma
come terribili scorie di funerali
e attimi d’incenso e intenso frinire di stalle
e ghiacciai
e trasmissioni interrotte
e tavole imbandite
e pargoli
Piatti su cui non c’è che l’ombra
che non ha ombra
né spessore
ma il tremito inutile ed eterno
di un battito d’ali che spirano
sempre
tornando
una piacevole brezza di santi
e santità sconnesse.
©Ivano Mingotti