Esco
nel cadere frenetico della pioggia
fuori da questa porta aperta
e me ne resto al mio tavolo
seduto
a fissarmi in ogni goccia che cade
spezzandosi contro il terreno
se l’anima è umida
come si può pretendere di asciugare il corpo?
Resto
qui, dove muovo i miei passi all’altrove
il camice intorno alla vita
e il taglierino già nelle mani
io profugo di questo momento
viandante di un futuro che è sempre arrivato
che è sempre già stato
Non c’è freddo né stanchezza
ma solo l’interminabile
scappare del tempo.
©Ivano Mingotti
ci sentiamo in tanti come gocce che cadono nel vuoto ma le gocce non muoiono si uniscono fino a formare fiumi laghi e dissetano quei campi inariditi dal sole io sono una goccia ciao buona serata
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