Vi invito a leggere questa piccola, ma interessante recensione uscita sul blog Le Pillole di Colle sabato 3 gennaio 🙂 Buona lettura
Il libro si presenta come una denuncia della società odierna che basa il suo motivo d’essere sulla produttività dell’individuo: l’uomo è una macchina che produce.
La cosa che mi ha colpita di questo libro è la scelta operata dall’autore dell’utilizzo della prima persona plurale per la narrazione della vicenda: è una scelta coraggiosa perché o attira da subito il lettore e lo coinvolge, oppure, come nel mio caso, lo destabilizza un pochetto per poi conquistarlo.
Questa scelta di stile ripaga l’autore rendendo il libro coinvolgente e ben strutturato. Sembra quasi che a tratti possiamo tranquillamente diventare i protagonista e lasciarci abitare dalle parole. Una similitudine, presente nella descrizione del libro ( vai qui per leggerla ) che subito ci si focalizza davanti è quella dei protagonisti del romanzo, uomini rinchiusi che vengono privati della propria persona, con i prigionieri di un campo di concentramento. Il risultato è lo stesso: svuotare l’uomo dell’essenza per lasciare solo il corpo, come accadeva con coloro che i nazisti chiamavano i “musulmani” nei vari campi.
Ripensiamo, guardando, a cosa possa permettere, in una società, tutto questo: che società genera figli che rifiutano i padri per denaro, che società genera mogli che abbandonano i mariti per l’insicurezza di un periodo senza lavoro, che società genera poveri che vengono isolati, catturati e messi sull’orlo della disperazione forzata, della prigionia, dell’insulto, della presa in giro.
Siamo sulle
3.5\5 pillole di Colle“
Ringrazio ancora Colle per la gentile recensione 🙂
Qui il link all’articolo 🙂
Ma grazie a te 🙂
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a te!! 😀
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