Nella goccia che trabocca il vaso
ora
vedo gli occhi tuoi d’un giorno di rabbia
e il gonfiarsi della frustrazione che lenta
logora i fianchi
Non il figlio d’una giornata triste
ma il covare dei nervi
nel germoglio di frutti già marciti
tra le foglie, carichi e pronti a cadere
E la curva
di quelle tue spalle
allo scuotersi dell’incomunicabile
che volemmo stretto tra le nostre dita
per fuggirci un po’ addosso
E poi solo il lamento del silenzio, ancora
l’avvitarsi delle mie richieste
a te che vai, restando
sul ciglio del letto.
©Ivano Mingotti
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