Vedo
orde di frattaglie al ritmo della macumba
e tetri presagi di avventi, di ricordi, di mancanze
e il nero spettro della processione
di chi viene e torna
morto a se stesso e per sempre
nella tomba di tutti
Tremo
al vibrare dell’intensità di un saluto
che è un’ombra di ciò che ero, e sono
nel nome che mi chiama
di nuovo
a me stesso sconosciuto
e vero
Sincero
e terribile affrancarsi
del petto dalle mani dalla bocca
e dal petto e dalle mani e dalla bocca
frinire
del suono di una voce senza limiti
e di un limite senza alcun suono.
©Ivano Mingotti
un’ombra di ciò che ero …. mi sento proprio così in questi giorni
Bellissima …
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:)) grazie :))
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Mi piace! Complimenti!
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Grazie 😀
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